giovedì 25 settembre 2008

ACIDO IN TOUR ROMA 26 SETTEMBRE

26/09/2008
Roma. Fattori al Flexi

ore 20.00, libreria Flexi
via Clementina, 9

Monica Mazzitelli presenta il terzo
libro per la Gaffi di Saverio Fattori

interverrà Chiara Valerio

Niente Casaglia - San Luca venerdì 26 settembre. Le salite non mi sono mai piaciute. E' già un massacro correre in pianura. Figurarsi. Sabato 26 al Flexi sarà una bella presentazione. Me lo sento.

Tutta discesa. Da spaccarsi le gambe se la prendi troppo alla leggera.

...

1 Commenti:

Blogger Factory ha detto...

Serata fantastica, la libreria Flexi nonostante il nome richiami una palestra è un gioiellino nel quartiere Monti. Tanti amici, da Peppe Fiore a Federico Platania, Gianluca Colloca (che mi hanno riempito di encomi anche se scrivono anche meglio di me, CAGNANZA E PADRONANZA di Fiore sprigiona elettricità da illuminarci Roma), Chiara de Domenico dell'ufficio stampa di Gaffi, anche lui presente con Cinzia, poi il Vignoli che ora lavora per Micromega, poi Roberto Laghi, Stefano Ciavatta di Epolis e un sacco di gente che dimentico per demenza. Abbiate pietà.

SULLA FASCISTERIA DI ACIDO LATTICO

Ero sul divanetto tra Monica Mazzitelli e Chiara Valerio, il microfono passava di mano in mano e le tematiche si sono fatte ardue, specie con Chiara. Chiara è "sedotta" dalla mia scrittura, ma mi “odia” fin dal primo libro, odia le tematiche, i miei personaggi che rileva sono fascisti omofobici, alla ricerca di una pulizia della razza, ossessionati dall'ordine e soprattutto odiano. Odiano e basta. Odiano tutto ciò che è esterno, di intralcio all'obbiettivo. Qua si aprirebbe l'eterno dibattito: quanto è cosa accomuna lo scrittore alle sue (mostruose) creature. Se stiamo all'esemplare lezione di Wu Ming 1 su 300, Mito tecnicizzato e responsabilità del narratore, sono sfottuto. Il narratore non ha il diritto alcuno di sottrarsi alle responsabilità del narrato.

http://www.carmillaonline.com/archives/2007/05/002226.html#002226


Troppo facile, troppo comodo costruirsi un Grillo Parlante dissociato cui affidare il nostro sbrodolare di odio e rancore. Consegnando le nostre colpe, tenere un “ritratto” da nascondere nell’armadio che marcisce di cattivi pensieri al posto nostro, mentre noi facciamo gli “sboroni” alle presentazioni lindi e dissociati. Innocenti.
Nel quotidiano le convenzioni permeano i nostri comportamenti, deformano la nostra identità. Inevitabilmente. Questa dunque riaffiora quando riempiamo un documento word alla ricerca di storie che sentiamo nell’aria e/o dentro di noi? Claudio Seregni è il vero Saverio Fattori? Il protagonista di Cattedrale vuole entrare in una mensa aziendale e sparare a raffica in mezzo ai tavoli. È questo che vorrebbe fare Saverio Fattori? Saverio Fattori è fascista, omofonico, razzista, maschilista, testosteronico, testa di cazzo, magari a livello inconscio e le convenzioni cultural – comportamentali lo distraggono dalla sua natura? In precedenza ho usato il temine “seduzione” non a caso, rubandolo a un mio caro amico, un solido intellettuale Marxista che alla domanda su cosa ne pensasse di Celin (inequivocabilmente genio assoluto e testa di cazzo) lui disse… se una testa di cazzo fa buone cose, questa è “seduzione”. Il richiamo alla sfera sessuale mia ha colpito, come se tutto riconducesse all’ambito ormonale. Siamo animali, molto evoluti. Quando eravamo scimmie temere un altro quadrumane con caratteristiche dissimili poteva salvare la vita. Gli animali tendono a isolare creature albine o deformi. Io sono un animale, (relativamente evoluto) ma sono anche il risultato delle mie sovrastrutture culturali (che si rifanno per altro al Marxismo pur con i limiti della mia bassa scolarità), quando scrivo ho libertà nella creazione di dare vita ad altri mondi, ad altri Saverio Fattori, clonazioni inquinate e speculative che si piegano alla storia. Il fascismo degli operai e dei giovani in questo paese è appunto frutto della totale mancanza di cultura, informazioni, visione tridimensionale. È UN FASCISMO ENDOGENO, biologico che non trova ostacoli. La trama sociale che si fa branco. Di nuovo.

28 settembre 2008 alle ore 19:03  

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