domenica 27 luglio 2008

PEPPE FIORE SU ACIDO (IL RIFORMISTA)

Brucia come una rasoiata nel mondo del ciclismo la squalifica dal Tour de France di Riccardo Riccò, trovato positivo alla eritropoietina, altrimenti detta Epo. Un ormone della crescita che ottimizza l’ossigenazione dei tessuti. Riccò ha venticinque anni: l’immagine di questo ragazzo biondino con la faccia buona e lo sguardo basso che docilmente si consegna a una piccola folla di gendarmi francesi, getta un’ombra lunga che arriva fino a Pechino. Riccò era stato scelto per le Olimpiadi. Non ci sarà.Fuori dal showbiz televisivo/gossipparo del carrozzone calcistico, siamo abituati a considerare gli atleti dei cosiddetti “sport minori” come vettori astratti del sogno nazionale: simboli incarnati di successo svuotati dal sentimento. Perlomeno finché vincono. Nel cerchio della perfezione atletica è contemplato l’errore. Nel paese catodico, l’atleta squalificato per doping precipita direttamente dalle sfere celesti alla bassa macelleria. E a quel punto scatta l’onda programmata dell’indignazione popolare.Per capire com’è fatta per davvero la parabola di questa caduta, consigliamo il libro di Saverio Fattori appena pubblicato da Gaffi, “Acido Lattico”. Diciamo subito che Fattori è uno scrittore di razza purissima: la sua prosa è forse una delle migliori della sua generazione. E, soprattutto, il suo mondo narrativo ha ormai raggiunto una maturità e un peso specifico di straordinaria, lancinante compattezza. Vi si mette in scena un’umanità che disperatamente formicola nell’esistenza, mossa unicamente dal rancore. Era così nel bellissimo esordio, “Alienazioni padane”, e così è pure in questa geografia della solitudine che è la vita di Claudio Seregni, corridore professionista che precipita per scelta nel vortice del doping. Seregni è un individuo astioso, misantropo ed esplicitamente razzista (i grandi campioni dell’atletica leggera sono ormai quasi tutti neri): vive per il risultato, ed ogni segmento della sua vita è scandito in cifre. Tempi, pesi, indici di grasso corporeo, date, minuti, secondi, centesimi di secondo.Se siete interessati a capire com’è fatto l’inferno, “Acido Lattico” ne dà una interpretazione lucida e plausibile: gli atleti di Fattori hanno rinunciato ad ogni residuo di umanità, perché l’umanità inquina la performance. Hanno scelto volontariamente di fare a meno della pietà. Ci risultano, insomma, mostruosamente familiari. Perché ci dicono di noi molte più cose di quanto avremmo creduto di fronte a qualsiasi Tour de France.

Peppe Fiore, "Il Riformista" 26/08/08

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3 Commenti:

Blogger Factory ha detto...

Beppe, il cittadino indignato mi mette di malumore. Forse più dell'atleta dopato che si è messo in gioco, sulla sua pelle. L'atleta dopato è iper- ossigenato. Il cittadino indignato è ipo-ossigenato. Non gli arriva ossigeno al cervello mentre con la bocca unta di sugo segue a sguardo sbilenco fonti di saggezza quali Studio Aperto e via così. Meno informazioni ha e più crede di sapere. L'io narrante di Acido Lattico è un personaggio agghiacciante, una testa di cazzo certificata, ma io cerco di fare entrare il lettore nella mente perversa di chi fa la scelta estrema. Come tanti scrittori hanno provato a farci entrare nel viaggio di chi compie atti criminosi. Penso a L'UOMO CHE GUARDAVA PASSARE I TRENI di Simenon. Vorrei che il mio lettore chiuso il libro la smettesse di formulare quella frase un po' qualunquista: NON CAPISCO PERCHè SI DOPANO. Io cerco di rispondere a quasta domanda.

27 luglio 2008 alle ore 10:49  
Blogger monica mazzitelli ha detto...

Mi fa un piacere immenso questa recensione di Peppe perché è davvero sincera.. anche io sono certa che Saverio sia una delle migliori penne in circolazione ( sono fiera di dirlo già dal 2003 =-)), e la cosa buffa è che anche Peppe a mio parere lo è. Molto fico, grandi entrambi.

30 luglio 2008 alle ore 20:09  
Blogger peppefiore ha detto...

cacchio, non avevo visto questo blog, nemmeno sapevo che esisteva.... come che sia, saverio, innanzitutto complimenti davvero per il tuo libro, che è intenso, lucidissimo, esatto (sì, forse esatto è l'aggettivo che descrie meglio quello che penso di AL), e - non ultimo - scritto veramente da dio. sottolineo veramente da dio. è vero anche che nemmeno per un secondo mentre lo leggi ti viene da pensare il fatidico "non capisco perchè si dopano".... questo perchè tu non giudichi i personaggi, ma li esplori. anche nella descrizione dell'orrore (e penso pure a cattedrale) c'è sempe un'onestà di fondo nella tua scritture che, oltre ad avere risultati poetici strepitosi, molto spesso fa paura. spero di leggere presto qualcos'altro di tuo. un abbraccio. P. (e non B. come continuano a firmarmi sul riformista, cazzo)

18 agosto 2008 alle ore 14:08  

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