MANGIALIBRI SU ACIDO (GIAN PAOLO GRATTAROLA)
Claudio Seregni è un atleta di mezzofondo alle soglie dei trent'anni.
Nella speranza di compiere il salto definitivo verso il professionismo,
si sottopone quotidianamente ad allenamenti sfibranti. E, pur di
scongiurare l'incubo del fallimento, accetta persino di assumere
sostanze farmacologiche dopanti. Con una sorte di ossessione maniacale,
estrapola ogni sera dal web casi di atleti contrassegnati da carriere
sfortunate ed incomplete e ne colleziona i profili in forma quasi
scaramantica. Fino a quando non si imbatte nella vicenda di Clara,
mancata promessa del mezzofondo, la cui fine potrebbe essere stata
decretata da una emotrasfusione praticata in età giovanile. Claudio
intende mettersi sulle sue tracce per fare luce sulla vicenda, ma la
ragazza inaspettatamente si sottrae all'incontro togliendosi la vita.
Ormai in balia degli effetti incontenibili delle sostanze dopanti, per
la prima volta Claudio avverte la necessità di fermarsi a riflettere
sugli effetti nocivi ed i conseguenti risvolti psicologici.
Saverio Fattori ha concepito un libro ben scritto, che si fa leggere
con piacere ed è in grado di stimolare una profonda riflessione sulle
conseguenze dell'esasperazione agonistica, andando a mettere il dito
sulla piaga dolorosa ed attualissima del doping sportivo. Con una prosa
sobria e avvincente, egli cova situazioni e personaggi sino a farli
schiudere, rivelandone il lato più spiacevole, non mancando tuttavia di
andare a cercare le responsabilità. Il libro diviene dunque una
denuncia aperta di ciò che significhi fare sport in una società
improntata sui canoni dell'individualismo e della conquista del
successo. Ed invita a ripensare, da una prospettiva tutta nuova, ai
condizionamenti sociali che vengono introiettati e trasformati in
colpevolizzazioni, in maniera spesso troppo esemplificatoria. Perché il
male lo si può combattere solo attraversandolo.
Gian Paolo Grattarola
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Nella speranza di compiere il salto definitivo verso il professionismo,
si sottopone quotidianamente ad allenamenti sfibranti. E, pur di
scongiurare l'incubo del fallimento, accetta persino di assumere
sostanze farmacologiche dopanti. Con una sorte di ossessione maniacale,
estrapola ogni sera dal web casi di atleti contrassegnati da carriere
sfortunate ed incomplete e ne colleziona i profili in forma quasi
scaramantica. Fino a quando non si imbatte nella vicenda di Clara,
mancata promessa del mezzofondo, la cui fine potrebbe essere stata
decretata da una emotrasfusione praticata in età giovanile. Claudio
intende mettersi sulle sue tracce per fare luce sulla vicenda, ma la
ragazza inaspettatamente si sottrae all'incontro togliendosi la vita.
Ormai in balia degli effetti incontenibili delle sostanze dopanti, per
la prima volta Claudio avverte la necessità di fermarsi a riflettere
sugli effetti nocivi ed i conseguenti risvolti psicologici.
Saverio Fattori ha concepito un libro ben scritto, che si fa leggere
con piacere ed è in grado di stimolare una profonda riflessione sulle
conseguenze dell'esasperazione agonistica, andando a mettere il dito
sulla piaga dolorosa ed attualissima del doping sportivo. Con una prosa
sobria e avvincente, egli cova situazioni e personaggi sino a farli
schiudere, rivelandone il lato più spiacevole, non mancando tuttavia di
andare a cercare le responsabilità. Il libro diviene dunque una
denuncia aperta di ciò che significhi fare sport in una società
improntata sui canoni dell'individualismo e della conquista del
successo. Ed invita a ripensare, da una prospettiva tutta nuova, ai
condizionamenti sociali che vengono introiettati e trasformati in
colpevolizzazioni, in maniera spesso troppo esemplificatoria. Perché il
male lo si può combattere solo attraversandolo.
Gian Paolo Grattarola
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